Il fenomeno delle Camgirl continua a crescere in popolarità, alimentato dalla crisi economica e dalla necessità di trovare fonti di reddito alternative. In questo articolo, vi presentiamo la storia di Alessia, una giovane laureata di 25 anni che, spinta dalla mancanza di opportunità lavorative, si è immersa in questo mondo virtuale per guadagnare denaro e finanziare i suoi sogni.
Tra erotismo e segreti, Alessia ci racconta la sua esperienza nel settore delle camgirl, svelando come l’anonimato e la distanza possono creare un’atmosfera seducente e, al tempo stesso, una vita professionale del tutto nuova. Scopriamo insieme le sfide, i desideri e le sorprese che il lavoro di camgirl comporta, e come Alessia ha imparato a destreggiarsi tra realtà e finzione per raggiungere i suoi obiettivi.
Alessia Camgirl, 25 anni, laureata in economia, racconta:
Devo ammetterlo, è solo per i soldi. Non è facile guadagnare così tanto senza nemmeno uscire di casa. Niente ingorghi, treni, multe… piuttosto conveniente, no? Dopo la laurea non riuscivo a trovare un lavoro, e invece di arrendermi o tornare a vivere con i miei genitori, ho deciso di provare questa strada, almeno fino a quando non avrò risparmiato abbastanza per un MBA. Non si guadagna male, non le cifre esorbitanti di cui parlano i giornali, ma lavorando solo poche ore la sera si può arrivare a 1.200 euro e oltre al mese.
Gli utenti, che preferisco chiamare clienti, sono per lo più gentili. Ci sono anche quelli maleducati che ti insultano o fanno richieste inappropriate, ma basta ignorarli o bloccarli dalla chat. È vero che alcuni pagano solo per parlare, ma la maggior parte vuole conoscerti un po’ prima di passare allo spettacolo privato. Quindi bisogna mettersi un po’ in gioco, raccontare qualcosa di vero o plausibile. Sono solitamente sincera, anche se non mostro quasi mai il mio volto, lo nascondo o uso maschere.
All’inizio ero molto timida e non sapevo come comportarmi.
Quando un utente entra in chat privata e inizia a pagare, sul mio schermo si accende una spia rossa e si sente un suono: la prima volta non avevo capito cosa stesse succedendo e sono rimasta ferma. Fortunatamente l’altro utente è stato comprensivo e si è messo a ridere.
Ora, dopo quasi un anno, mi sembra quasi un lavoro come un altro. Cosa mi chiedono? Beh, in generale di spogliarmi, di toccarmi. Alcuni ci tengono che proviamo anche noi un vero piacere. È chiaro che gli orgasmi finti sono all’ordine del giorno, e a volte mi chiedo come gli uomini possano essere così ingenui. Poi ci sono quelli con richieste particolari (sex toys, pissing, ecc.), ma non faccio mai nulla che mi metta davvero a disagio.
Se è una mercificazione del corpo? Forse. Ma non mi sento sminuita come donna. O almeno, non sempre. A volte, quando mi guardo da fuori, mi chiedo cosa stia facendo… ma poi penso che non è l’unica cosa che faccio nella vita e che non lo farò per sempre. È solo una fase per raggiungere altri obiettivi e, soprattutto, non sto facendo del male a nessuno. O almeno, così mi dico.